STUDI A CURA DI ROBERTO CACCIALANZA
LEANDRO CROZAT - SISTEMA CROZAT
Leandro Crozat - Sistema Crozat
Biografia di Leandro Crozat e notizie sul brevetto d'invenzione
dei ritratti sul doppio fondo fotografico, colorito istantaneo
e vernice preservativa
(pubblicato il 24 febbraio 2015; seconda edizione ampliata, 15 luglio 2016)
IL TESTO INTEGRALE DELLA PRIVATIVA
DEPOSITATA E REGISTRATA DA LEANDRO CROZAT A TORINO IL 25 MARZO 1865.
PROPRIETÀ LETTERARIA
REGII BREVETTI D'INVENZIONE
MEMORIA SUL DOPPIO FONDO FOTOGRAFICO, SUL COLORITO ISTANTANEO E SULLA VERNICE PRESERVATIVA
SISTEMA CROZAT
Preambolo.
1. Fra le persone che mi hanno onorato ed ogni giorno mi onorano di richieste de' miei processi, ve ne sono molte più competenti di me; ma molti pure sono i dilettanti, che solo da poco tempo si dedicano a quest'arte gentile. Dovrò adunque servirmi di uno stile elevato per indirizzarmi ai primi, o non sarà meglio ch'io m'adatti al minor grado d'esperienza che potrà avere chi da pochi giorni soltanto vi si è dedicato?
PARTE PRIMA.
DEL DOPPIO FONDO, DEL COLORITO ISTANTANEO E DELLA VERNICE PRESERVATIVA.
Del Doppio Fondo.
2. Per ottenere la fotografia cosi detta a Doppio Fondo, si posa la persona davanti una tela bianca, della dimensione di un metro quadrato, il cui fondo sarà dipinto a tempera un po' sfue sostenuto da un poggia-capo (figura prima), ed in tal modo, col metodo ordinario, si tira la prova negativa; e questa esposta al sole, dà il ritratto positivo (figura seconda).
3. Ma desiderandosi un busto a fondo perduto e che finisca in bianco, si dovrà allora procedere nel modo seguente: si tenga il negativo, si applichi un pezzo di carta alla parte esente dal collodion, e si calchi con una matita la grandezza che si vuoi dare al busto (figura terza). Si tagli in seguito la carta sulla linea segnata colla matita, per riportare con facilità lo stesso perimetro su d'un pezzo di cartone bristol forte, che non sia trasparente, grande quanto il vetro del chassis positivo, come lo indica la figura quarta; si metta lo stesso cartone nel chassis, quindi il vetro (per produrre una bella sfumatura, il vetro dovrà essere di circa sei millimetri di spessore, come lo sono tutti in generale); e finalmente si collochi il negativo davanti il busto tagliato sul cartone: è da quel lato che riceve la luce.
Due piccoli pezzi di carta ingommata terranno il negativo fisso al vetro del chassis pei due angoli opposti, di modo che stando sempre nella medesima relazione il negativo ed il vano del cartutti i ritratti che si tireranno resteranno eguali sia per la grandezza che per la sfumatura della tinta. Ed infine si atdavanti al cartone del chassis positivo un piccolo pezzo di carta sottile, alquanto azzurrata; il tutto così disposto, dopo aver messo sul negativo la carta nitrata, si esponga dial sole per produrre il busto sfumato (figura quinta).
4. Adottai questo sistema per i busti a fonda perduto, perché quello dei vetri gialli proietta una sfumatura ovale, talvolta per nulla proporzionata, e che monta sempre e contorna il capo in forma di piramide, viziando pur troppo l'arte che prescrive l'omsolo attorno al corpo, come si vede nelle litografie de' miautori.
5. Noi abbiamo dunque in tal modo il fondo 'perduto. Per otil doppio fondo, è necessario avere un vetro coll'iscrizione che si desidera (figura sesta), fatta col mezzo di decalco o trasporto dalla litografia. Si prende una prova tirata con una carta nitrata qualunque, quand'anche fosse già un po' gialloquindi si attacca sopra una carta forte, gialla o verde, lasciandola seccare alquanto, e s'intaglia poi il capo ed il bianco del busto (figura settima), attaccando leggermente questa silouette sul vetro dalla parte dell'iscrizione. Finalmente si continua ad applicare sul vetro i ritratti di fondo bianco, in maniera che il capo copra perfettamente la detta silouette, e questa a sua volta deve poi coprire nel modo stesso il bianco della camicia; e così sostenendo il ritratto con una piccola tavoletta larga quanto la carta, lo si esponga al sole per 12, 14, 16 o 18 minuti secondi, in ragione dell'ora e la qualità della carta nitrata; con tal mezzo si ha il doppio fondo (fig. ottava).
Si potrebbe anche esporre all'ombra, ma s' impiega maggior tempo e non riescono così vivaci.
6. Resta inteso che la silouette deve intagliarsi un po' più corta dalla parte dei capelli, esatta dalla parte della figura, ed alquanto più grande da quella dei bianchi, vale a dire che le cesoie devono sempre tagliar sul nero, meno per la figura che si dovrà intagliare sulla medesima linea di contorno. Quindi quando vi sortisse qualche pelo sia al capo che alla barba, si taglierà senz'altro.
7. Tirato il doppio fondo, si virerà e, fisserà col metodo ordie del quale parleremo in seguito; appena il ritratto sarà asciutto si copriranno gli occhi ed i bianchi della camicia con gomma arabica stemprata, onde preservarne i punti dal colorito che si darà poi sull'intiera figura, ma aspettando prima che la gomma si sia un po' rappresa.
Del Colorito Istantaneo.
8. Il Colorito Istantaneo (figura nona) si da nel modo seguente: con un piccolo pennello della grossezza di una piuma si prende il liquido che porta questo nome, e si fa passare sulle labbra di tre ritratti; quindi si prende il primo e si passa il pennello sulla guancia più ombreggiata, fregando ed allargando il circolo che si vuole colorire; in seguito, e nelle stesse condilo si farà passare sulla punta del mento; poi sulla guancia che ha minor ombra, e finalmente sull'intiera figura: ma tutte queste operazioni devono farsi con prontezza, in cinque o sei minuti secondi, altrimenti il ritratto resta troppo colorito e non riesce bene: in seguito si mette il medesimo in un vaso d'acqua passandovi sopra due otre volte un pennello ben morbido per togliervi la gomma ed il colore superfluo, e ciò fatto lo si mette due volte di seguito tra carta suga, passandovi sopra la mano per assorbirne l'umido. Una volta finita l'operazione del colosul primo dei tre ritratti, sulle cui labbra si era dapprima passato il pennello, se ne prenderà un quarto, e medesimasi passa il pennello sulle labbra, poi lo si abbandona di nuovo per finirne a suo tempo il colorito; si prende quindi il secondo ritratto dei primi tre, ed avendovi già colorite le labbra, si passa il pennello sulle guance, sul mento e sulla figura, lae facendola seccare come si è detto pel primo ritratto. Se ne prende un quinto, se ne coloriscono le labbra, e poi lo si lascia, e si ritorna al terzo dei primi tre, e si fa quanto si praticò pel primo e pel secondo. Continuandosi in tal modo l'operazione, si avranno sempre tre ritratti coloriti sulle labbra, e pronti a ricevere ciò che loro manca sulla figura.
9. Tuttavia potrebbe accadere che per circostanze speciali o per mancanza di quella pratica che io già posseggo, molti preservirsi del bagno a colori più deboli onde poter più facilmente colorire; ed in tal caso non si ha che a duplicare o triplicare la quantità d'acqua, senza aumentare né alterare le proporzioni delle materie che lo compongono.
Della Vernice Preservativa.
10. Coloriti che siano i ritratti, non resta più altro a fare che dar loro quel risalto che si vede sulla carta (figura decima). A tal uopo si prenda un vetro un po' più grande del ritratto e vi si versi sopra, nella stessa guisa che si fa del collodion, la solunumero 1 della vernice preservativa; dopo un minuto si metta il vetro così preparato in un bacino di porcellana, che deve contenere la soluzione numero 2, e con un piccolo uncilo si sollevi di tanto in tanto sino a che il vetro sia leggermente coperto di liquido, ciò che si palesa dalla cessazione delle vene o lacrime che si osserveranno sulla crosta della prima soluzione. In tale stato, si tiri fuori il vetro e si deponga sulla tavola; si prenda il ritratto dalla parte dell'immagine, si metta sulla carta suga, e con un morbido pennello bagnato nell'acqua lo si inumidisca nella parte posteriore; un momento dopo si distenda il ritratto sul vetro preparato, passandovi sopra leg-germente le dita per bene aderirlo, e si metta da parte, contila stessa operazione su tutti gli altri. Poi, onde monsenza che nulla perdano della loro lucidezza, s'immergano due pezzi di carta forte delle stesse dimensioni del ritratto nella medesima soluzione num. 2, e si applichino, l'uno dopo l'altro, sul ritratto stesso, lasciandolo seccare; e ciò si otterrà più o meno presto a seconda della temperatura del luogo in cui si opera. In tempo umido, nel mio gabinetto si usa di verniciare durante la notte, ed i ritratti si staccano nel mattino seguente; nell'estate basta un'ora dopo ricevuta la vernice, e talvolta anche prima.
11. Per distaccare il ritratto dal vetro, bisogna introdurvi tramezzo la punta d'un temperino, od altro simile oggetto, facenscorrere d'alto in basso dai due lati, onde separarli; si prende quindi il ritratto, per l'angolo staccato, e tirandolo si separa tutt'affatto dal vetro. Se nel fare quest'operazione il rinon si staccasse completamente, ciò proverrà da che o il vetro non era ben pulito, o la polvere non fu distesa a dovere.Staccato il ritratto, non resta più che a tagliarlo, poiché in tal modo operando sarà già montato sul cartone. È inutile dire che l'ultimo dei due pezzi di carta attaccato sul ritratto dovrà portare stampato l'indirizzo dell'artista.
12. Affinché un vetro possa ricever bene la vernice, è necessario pulirlo nella seguente maniera: bisogna metterlo in una soluzione d'acido nitrico nella proporzione di una parte d'acido con due d'acqua. Dopo 15, 20 o 30 minuti si deve lavarlo con acqua ed asciugarlo con un pannilino qualunque, e metterlo sulla tavoletta detta Polissoir; vi si passa sopra, fregando leggermente, un pezzo di tela con entro un po' di polvere di sapone, avendo cura di ben nettarlo con altro pezzo di tela pulita.
13. Accade soventi nell'inverno che la soluzione numero 2, cioè la gelatina, si raffredda e si coagula; per conservarla un po'tiepida io adopero una scatola di ferro bianco, sulla quale si depone il bacino che contiene la gelatina, ed in questa scauna piccola lucerna a spirito, con piccolissima fiamma. Adoperandosi due o tre bacini in una volta, due operai possono comodamente inverniciare 200 ritratti all'ora, e se s'impiegano poi vetri più grandi, in modo che vi si posino quattro o più ritratti, se ne potrà inverniciare un numero considerevolissimo.
PARTE SECONDA.
DELLE RICETTE E MANIERA DI COMPORLE E DI SERVIRSENE.
Nulla dirò pei pratici; ma mi permetterò di molto raccoparticolarmente a coloro che non lo sono ancora, la più grande nettezza e cura in tutte le operazioni fotografiche, e sopratutto nella composizione delle ricette. Tuttavia non è inutile di far osservare che prima d'impiegare i prodotti che si usano nella fotografia, bisogna ben bene accertarsi della loro bontà e dello stato di loro conservazione.
Collodion.
1^ Boccetta:
1. Etere solforico da 60° a 65° 1000 c. cubi
2. Alcool da 40° a 42° 500 »
3. Cotone fotografico 20 grammi.
2^ Boccetta:
4. Joduro di cadmio 15 »
5. Bromuro id. 5 »
6. Joduro d'ammoniaca 5 »
7. Bromuro id. 5 »
8. Joduro di potassa 10 »
9. Alcool da 40° a 42° 500 c. cubi.10. Jodio puro 2 decigr.
OSSERVAZIONI.
15. Quando le tre materie saranno poste in una boccetta coll'ordine che indicai or ora, si devono rimestare fino a che la terza sia intieramente stemprata. Si scioglie quindi in un mordi cristallo la 4 e la 5 col versarvi sopra una parte dei500 grammi di alcool riservato a questo scopo; ed appena sciolta, si mette nella seconda boccetta. Si faccia in seguito la medesima operazione colle materie della 6 e della 7 e finalmente coll'8 sola e col rimanente dell'alcool.
Devo qui osservare che il joduro di potassa (che è l'8 materia) difficilmente si scioglie nell'etere e nell'alcool, e che bisogna stemprarlo nel mortaio con poche goccie (il meno possibile) di acqua distillata; versandovi poi il rimanente dell'alcool, si metà il tutto nella seconda boccetta. Quando le materie della seconda boccetta saran bene stemprate, si verseranno nella prima, dimenandola alquanto; quindi vi si verserà la sostanza N° 10, agitando il tutto sino a completa soluzione, e si terrà chiuso per una decina di giorni.
16. Con ciò non intendo dire che il collodion in tal modo comnon sia servibile prima di tal tempo: io me ne servii con soddisfacente risultato dopo 48 ore, nel termine di 2-1 ore, e talvolta anche nel giorno stesso della sua composizione; ma si badi però che l'aria atmosferica può moltissimo danneggiarlo prima della sua perfetta combinazione, ed esser causa di decomposizione dopo un certo spazio di tempo.
17. Questa ricetta è composta per una temperatura media, cioè per primavera e autunno. Nell'estate devesi aumentare la quantità d'alcool più o meno, secondo il grado del calore esie si diminuirà invece l'etere in uguale proporzione, dovendo sempre questi due liquidi formare la stessa quantità di 2000 e. cubi. Nell'inverno poi si farà la modificazione in senso inverso, diminuendo cioè l'alcool ed aumentando l’etere.
Bagno d'argento negativo.
Estate:
Acqua distillata 1000 c. cubi.
Nitrato d'argento 60 grammi.
Acido acetico cristallizzabile 20 goccie.
Inverno:
Acqua distillata 1000 c. cubi.
Nitrato d'argento 80 grammi.
Acido acetico cristallizzabile 20 goccie.
OSSERVAZIONI.
18. La prima volta che si fa questo bagno, si lascia riposare 24 ore: si filtra in seguito tre o quattro volte, e poi si fa di nuovo riposare per altre 24 ore, dopo le quali diventa servibile. Ma se è già la seconda o più altre volte, si dovrà preparare col rimanente del bagno anteriore; e filtrandolo tre o quattro volte, uno può servirsene immediatamente. Sarà bene di tener due boccette di bagno d'argento da adoperarsi alternativamente; perché se mai quello in opera venisse a produrre dei punti neri sul negativo delle macchie, cristallizzazioni od altri difetti, dovrassi aggiungere qualche goccia d'acido acetico, e filtrandue o tre volte, lasciarlo in riposo.
Rivelatore preparatorio.
Acqua di fontana 1000 c. cubi.
Solfato di ferro concentrato 250 »
Acido acetico cristallizzabile 60 »
OSSERVAZIONI.
19. Tre o quattro giorni dopo la sua composizione, secondo il grado di calore del luogo o della stagione, si filtra tre o quattro volte, e così disposto entra come materia prima per comporre il
Rivelatore comune, così chiamato, perché destinato a sviluppare.
Rivelatore preparatorio 1000 c. cubi.
Acqua di fontana 500 »
Acido acetico cristallizzabile 15 »
Alcool a 40° 10 »
Acido solforico 50 goccie.
OSSERVAZIONI.
20. Bisogna rimestarlo ogni volta che vi si aggiunge una materia, ed è servibile sul momento.
Rinforzatore.
1^ Soluzione (quattro parti):
Acqua distillata 1000 c. cubi
Acido acetico cristallizzabile 50 »
Acido pirogallico 4 gr.
2^ Soluzione (una parte):
II bagno d'argento negativo uguale a quello che serve a sensibilizzare il vetro collodionato.
OSSERVAZIONI.
21. Queste due soluzioni si mischiano insieme, nel tempo stesso che si rinforza, nella proporzione di quattro parti della la per una della 2a.
22. L'acido pirogallico, tanto nello stato solido quanto in quello di soluzione, è sensibile alla luce naturale, per cui è necessario di preservamelo. Ed io faccio quest'osservazione appunto perché in generale dai più non vi si "bada tanto.
23. Il bagno d'argento negativo, che è la soluzione seconda di questa ricetta, deve solamente impiegarsi nel rinforzare; poiché quello che già servì per sensibilizzare la crosta del collodion, non ha più bastante energia, né sarebbe prudente l'imcome rinforzatore a causa dei joduri che contiene.
Fissatore negativo.
Acqua distillata 1000 c. cubi.
Cianuro di potassa 100 grammi.
OSSERVAZIONI.
24. Forse taluno si stupirà vedendo ch'io impiego il cianuro al 10 per 100; ma non mi sarà difficile il provare scientificamente che sarebbe peggior cosa l'impiegarlo al 2 o al 3, come fa qualchedun altro, e di tenerlo poi lungo tempo sul negativo, con grave pregiudizio. Il cianuro al 10 per 100 deve usarsi con rapidità più grande del collodion; bisogna appena fermarlo sul negativo; e questo breve tempo è il più adatto per nettar l'arche la luce non ha potuto ridurre, e dagli avanzi che ha lasciato il rinforzatore.
Bagno d'argento positivo.
Acqua distillata 1000 c. cubi.
Nitrato d'argento 150 grammi.
Viratore.
1^ Boccetta:
Acqua distillata 400 c. cubi.
Cloruro d'oro 1 grammo.
2^ Boccetta:
Acqua distillata 600 c. cubi.
Acetato di soda 20 grammi.
OSSERVAZIONI.
25. Quando queste sostanze saranno stemprate nelle loro riboccette, si metteranno quelle della prima nella seconda a piccole porzioni, dimenandole ad ogni volta per la loro percombinazione, e lasciandole riposare in tale stato per 24 ore ed allora se il bagno non fosse trasparente, e vi si scorgessero precipitazioni, ciò proverrebbe da che l'oro non era in buono stato, o che l'acqua distillata non era pura, o pur anco perché l'operazione non fu eseguita coi dovuti riguardi; in tal caso il bagno diventa inservibile, od almeno di dubbia riuscita.
Fissatore positivo.
Acqua di fontana 1000 c. cubi.
Ipposolfito di soda da 150 a 200 grammi.
OSSERVAZIONI.
26. Come il Viratore, ei non potrà impiegarsi che dopo le 24 ore.
27. Quando se ne fa un uso eccessivo, manca d'energia per la sovrabbondanza dell'oro di cui resta carico, e non potrà mai abbastanza bene nettare le prove; ne risulta che i bianchi di queste diventano giallognoli, e tante volte traspariscono nel complesso della fotografia macchie verdi od olivastre; ed in entrambi i casi dopo pochi giorni si solforizzano.
Colorito Istantaneo.
Cocciniglia 100 c. cubi.
Soluzione di Zafferano 15 »
Fuchsine () 10 goccie.
OSSERVAZIONI.
28. Onde stemprare la Cocciniglia, devesi mettere in una boca bagno-maria, sturata:
Acqua distillata 500 c. cubi.
Cremore di tartaro 15 grammi.
Allume di rocca 10 »
Cocciniglia fina in polvere 5 »
Prima che tocchi il grado dell'ebollizione, si ritiri dal bagno, ed appena raffreddata si filtri.
Per distemprare il Zafferano, si metta a bagno-maria in una boccetta sturata:
Acqua distillata 100 c. cubi.
Zafferano 4 grammi.
Si ritiri al grado dell'ebollizione, e raffreddato si filtri, e vi si aggiungano 10 c. cubi d'alcool a 40°.
A stemprare la Fuchsine, se ne metta un gramma in una boccetta contenente 50 e. cubi d'alcool a 40°, e si rimesti il tutto assieme.
29. La soluzione del Zafferano e della Fuchsine serve inoltre a dar un tono più giallognolo o più rossiccio a volontà dell'opoiché la ricetta è fatta per un tono medio.
Vernice Preservativa.
1^ soluzione:
Etere solforico a 60° 550 c. cubi.
Alcool a 40° 450 »
Cotone fotografico 30 a 35 grammi.
(secondoché più o meno prontamente si scioglie).
OSSERVAZIONI.
30. Nell'ordine stesso indicato, si mettono in una boccetta le tre sostanze, agitandole fino a perfetta soluzione.
31. Questa soluzione non dovrà essere impiegata che dopo 24 ore di riposo; e diventerà ancor migliore se starà di più.
2^ soluzione:
Acqua di fontana 1000 c. cubi.
Colla di pesce fina da 60 a 80 grammi.
OSSERVAZIONI.
32. Bisogna stemprarla in un bacino di porcellana con poco fuoco od a fiamma di lucerna a spirito.
DUE PAROLE SUL PROCESSO IN GENERALE.
33. Nulla dirò sul modo di collodioniare perché suppongo che il soscrittore dev'essere pratico di quest'operazione sì semplice; devo però esprimere la mia opinione per quanto riguarda il tempo che il vetro collodionato deve rimanere nel BAGNO DI ARGENTO NEGATIVO. Sarà dunque più o meno lungo a seconda della relazione che passa tra’ joduri ed i bromuri del collodion, e l'argento che potrà contenere il bagno; il segno però che indicherà il momento di ritirarlo, è la cessazione di vene o lacrime che si osserveranno sulla crosta del collodion, quando si toglierà il vetro coll'uncino per esaminarlo. Se le vene cessano e la crosta del collodion è uniforme e piana, si ritiri il vetro, avendo cura, specialmente nell'estate, che il tempo che scorre tra il ritirarlo dal bagno e l'esporlo nella camera oscura, sia il più breve possibile; e se fa molto caldo, si mettano tra il cristallo colloe la coperta del chassis tre o quattro fogli di carta suga della dimensione del cristallo imbibiti d'acqua freddissima.
34. Devesi dopo svilupparlo col RIVELATORE COMUNE; ed appena compariranno i dettagli, SENZA ASPETTARE CHE DIVENGANO TROPPO MARCATI, E PRIMA ANCORA DI LAVARLO, si deve tosto rinforzarlo.
35. Se mai il negativo, dopo rinforzato, riuscisse troppo debole per non essere stato esposto abbastanza nella camera oscura, si procede sull'istante ad un secondo rinforzo, cioè a dire, si fa scomparire il primo rinforzo divenuto inabile, e lo si sostituisce con un nuovo, composto come il primo di quattro parti della la soluzione e di una della 2; raccomando ancora di avere una evira scrupolosa perché il rinforzo, ed i rinforzi quando saranno più, si dieno precisamente in continuazione del rivelatore e PRIMA CHE L’ACQUA TOCCHI IL NEGATIVO.
36. Mi sono alquanto dilungato sul modo di servirsi di questa ricetta, perché è dessa che stabilisce sul negativo non solo la bellezza, ma il tono vigoroso oppur debole che risulterà poi sulle prove positive; ed anche perché ho visto, in più di 200 gabinetti fotografici che visitai, molte pratiche contrarie al mio sistema, le quali quasi sempre producono cattivi effetti. Così dunque si dovrà rinforzare sino a tanto che i chiaro-scuri del negativo formino un vigoroso contrasto.
37. Quando il negativo sarà ben rinforzato, devesi scrupolosalavarlo, e fissarlo mettendo il cianuro come se si dovesse collodionare, od anche più presto ancora, lavandolo ben bene nel tempo stesso.
38. Per nitrare la carta albuminata vi occorrono 3, 4 o 5 misecondo la qualità, dopo i quali si ritira dal bagno mettenfra carta suga, e passandovi sopra leggermente la mano; dopo del che si sospende un momento perché asciughi compleQuesto processo oltreché prepara la carta con maggiore uguaglianza, la preserva pur anche da tante macchie che sordopo, specialmente nell'estate, in cui il caldo fa isolare le goccie.
39. Appena si saranno ritirate dal chassis positivo le prove positive, si lavano due o tre volte per pulirle dagli avanzi deisali, mettendole in seguito nel VIRATORE o BAGNO D’ORO per 5 o 6 minuti se il bagno sarà nuovo e la carta attiva; ed anche per un tempo maggiore secondoché il bagno sarà più o meno ricco, e secondo la qualità della carta. In seguito si laveranno ben bene per scaricarle dell'oro che non si sarà fissato, e si passeranno al FISSATORE POSITIVO od IPPOSOLFITO durante 6 od 8 minuti se il bagno è nuovo, e più se ha già servito ad altre operazioni.
40. Mi fo premura di raccomandare di non servirsi di un viratore affatto nuovo, perché cosi non produce i toni dolci come quando si mischia con la metà di un altro già usato. Del resto è sempre meglio di virare con una quantità di liquido abbonattesoché uno potrà sempre servirsene per 6, 8 e più volte, secondo il numero di prove che vi furono immerse.
41. Fissate le prove, si lascieranno nell'acqua, che dovrà essere rinnovata in ogni ora per 6 od 8 ore, qualora non vi fosse acqua corrente, che è preferibile.
42. Nel ritirarli dall'acqua, devono posarsi sopra la carta suga destinata a questo solo scopo, e dopo si stendono per un momento in qualunque luogo per seccarle.
ULTIME OSSERVAZIONI.
Della Carta albuminata.
43. Uno degli scogli in cui ho veduto urtare molti professori e dilettanti di fotografia, è la carta albuminata. Se essa è buona, contribuisce mirabilmente a perfezionare l'opera: ma se è cattiva, distrugge tutti gli effetti di ciò che si è fatto. Ho voluto provarne tutte le qualità che si sono offerte al pubblico, ed in tutte osservai costantemente la stessa cosa, cioè che la carta albuminata, se fu ben preparata, da in generale buoni risultati nei primi sei mesi della sua preparazione; scorso questo tempo, i buoni effetti cominciano a declinare per un anno, dopo il quale perde tanto da diventare inservibile.
44. Un'altra particolarità della carta albuminata è che il cane altera la preparazione, ed il freddo la conserva perfettamente; ragione per cui una carta che nell'estate avrà dati pessimi risultati, li darà discreti nell'autunno, e migliori annell'inverno.
Dell'Acqua comune.
45. I differenti risultati che in parecchie occasioni mi diede l'acqua comune, mi obbliga a raccomandar qui la più grande precauzione per quella che entra nelle ricette, e più specialnel viratore ed iposolfito. Per le ricette sono d'avviso che debba essere di fontana, perché contiene minor quantità di sale di quella dei pozzi; ma ciò non vuoi dire che l'acqua di fonne sia affatto esente. Epperciò in caso di dubbio consid'impiegar l'acqua distillata.
Della cattiva influenza dell'alta temperatura nell'estate.
46. Due cose sono assolutamente necessarie per ottenere perfotografie: il negativo e la carta alluminata. Senza il condi questi due elementi, non è possibile la riuscita. Si crede generalmente che il viratore sia quello che da il tono alla fotografia, e che esso riesca più bello e vigoroso, quanto più ricco è il viratore. Ma questo è un errore grandissimo; perciocché una fotografia presa con buona carta da un buon negativo acquista bellissime tinte in un bagno viratore quasi inservibile, tuttalpiù impiegando maggior tempo del solito: mentre le fotografie prodotte da un imperfetto negativo e carta cattiva non possono mai sortire alcun tono lusinghiero.
Ebbene, queste due circostanze, perfetto negativo e tuona carta, che nel resto dell'anno producono ammirabili prove podiventano nell'estate inservibili per la influenza nociva dell'alta temperatura, che per una parte non lascia fissare il nitrato d'argento alla carta; e per l'altra attira dalla terra e sparge per l'atmosfera tanta quantità di vapori, che attraverla luce, la rendono debole, giallastra e antifotogenica; ed è perciò, che facendo nell'estate più caldo, imprime meno attivamente e con minore bellezza che nell'inverno.
Consiglierei dunque, nei due o tre mesi di forti calori, di tirare dalle 4 alle 8 della mattina, di tenere le prove in luogo fresco durante il giorno, e di virare e fissare nella notte; questo è il sistema da me praticato.
Torino, il 13 marzo 1865.
LEANDRO CROZAT
INDICE
Presentazione
Leandro e Nicolás, i fratelli Crozat di Sempére: notizie biografiche
I Privilegi di fotografia registrati in Spagna prima del 1862
21 novembre 1862: il privilegio del ‘doppio fondo fotografico’
Il ‘doppio fondo’, il ‘colorito instantaneo’ e i procedimenti similari
Diffusione del Privilegio in Spagna
Il ‘sistema Crozat’ in Francia
Il ‘sistema Crozat’ nel Regno Unito
Leandro Crozat in Italia
Gli scudi che contraddistinguono le cartes de visite realizzate in Italia con il ‘sistema Crozat’
Il rientro in Spagna: la direzione della raffineria di zucchero di Badalona
LEANDRO CROZAT IN SUDAMERICA
Uruguay (Montevideo)
Brasile
Argentina: la rivendicazione dei diritti del ‘sistema Crozat’; La colonizzazione delle terre in Patagonia; Leandro Crozat fondatore e membro di Società spiritiste; Il ‘Centro Industrial Argentino’
Cile
Perù
Portogallo
Il ‘sistema Crozat’ ad Alessandria d’Egitto: Luigi Fiorillo
APPENDICE
Madrid, 21 novembre 1862: Real Cédula de privilegio de invención
(versione integrale in lingua originale)
Marseille, 1864: Mémoire sur la photographie à deux teintes ou à double fond, et le coloris instantané d'après le système de Crozat
(versione integrale in lingua originale)
United Kingdom, november 23, 1864: Patents for inventions. Abridgments of specifications relating to Photography
(versione integrale in lingua originale)
United Kingdom, november 25, 1864: Provisional specification left by Leandro Crozat at the Office of the Commissioners of Patents
(versione integrale in lingua originale)
Torino, 14 febbraio 1865: Descrizione del ritrovato che ha per titolo ‘doppio fondo fotografico’, innovazione al ritratto detto ‘Fond-perdu’
(versione integrale)
Torino, 23 febbraio 1865: Testo della privativa pubblicata sul Bollettino industriale del Regno d’Italia
(versione integrale)
Torino, 13 marzo 1865: Memoria sul doppio fondo fotografico, sul colorito istantaneo e sulla vernice preservativa ‘sistema Crozat’
(versione integrale)
Torino, 23 maggio 1865: Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Bollettino industriale del Regno d’Italia, Torino 1865
(versione integrale)
La cessione del ‘sistema Crozat’ ai fotografi italiani (avvisi tratti dalla ’Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia’)
Elenco di fotografi italiani che hanno utilizzato il ‘sistema Crozat’
La cessione della Privativa a Felice Tarantola (Novara) e a Enrico Van Lint (Pisa)
Note
Ringraziamenti
COME ACQUISTARE IL LIBRO
124 pagine a colori (115 illustrazioni), dimensioni 29,7x21 cm.
copertina morbida 300 gr. plastificata opaca, pagine carta patinata opaca 135 gr.
ilmiolibro, 24 febbraio 2015 (prima edizione)
ilmiolibro, 15 luglio 2016 (seconda edizione)
ISBN: 9788892316829
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