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ELENA CONTUCCI QUINTANI

ELENA CONTUCCI QUINTANI

Un doveroso e sentito omaggio a Elena Contucci Quintani,
una cara Amica senza la quale molto probabilmente
non sarei mai stato in grado di realizzare studi
riconosciuti e apprezzati perfino a livello internazionale.
I suoi preziosi insegnamenti sono la base
di tutte le mie attività di ricerca passate e future.



28 ottobre 2006
Elena Contucci Quintani e Roberto Caccialanza
alla cena di gala organizzata da ANCE Cremona
in Palazzo Cattaneo


30 giugno 2003
Elena Contucci Quintani
durante il sopralluogo al Palazzo Stradiotti
per la ricerca fotografica Giardini segreti a Cremona
ELENA CONTUCCI QUINTANI: LA BIOGRAFIA
A cura di Roberto Caccialanza.
Pubblicata su questo sito il 10 febbraio 2017; aggiornamento del 4 agosto 2018.

La professoressa Elena Contucci Quintani, nobile signorina cremonese, si spense a Cremona il 6 febbraio 2012 nella struttura di “Cremona Solidale” (RSA “Somenzi”) dopo aver pianto per dodici giorni consecutivi: ormai imprigionata nel suo corpo a causa della malattia che l’aveva colpita, era stata costretta ad allontanarsi dalla sua casa, dagli amici e dalla cara Fiore che per anni l’aveva accudita affettuosamente.
Appassionata studiosa di storia locale, stimata insegnante e donna di Cultura, si prodigò per realizzare numerose mostre e pubblicazioni a livello locale.
Il Presidente della Repubblica le conferì, il 2 giugno 1996, la Medaglia d’Argento ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte; ebbe anche il Diploma di prima e seconda classe ai benemeriti della scuola, per la diffusione e la valorizzazione della Cultura.

Era nata a Montepulciano (SI), antico borgo medioevale, dall’ing. Contuccio Contucci Quintani e da Lucrezia Guidarelli Smaghi Bellarmino, entrambi discendenti di storiche famiglie poliziane: la madre, figlia di Roberto Guidarelli e della baronessa Cesira De Gregori, aveva come lontano antenato Vincenzo Bellarmino, gonfaloniere di Montepulciano, mentre Roberto Francesco Romolo Bellarmino fu un teologo, scrittore e cardinale italiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e proclamato dottore della Chiesa (apparteneva all’Ordine dei Gesuiti).
Elena frequentò le scuole elementari nel suo paese di nascita, mentre il resto degli studi avvenne a Cremona (Liceo Classico “Daniele Manin”), città nella quale il padre si era trasferito per motivi di lavoro già dal 1927 avendo vinto il concorso di ingegnere-capo aggiunto presso l’ufficio tecnico del Comune di Cremona. A Cremona, oltre a Elena e ai genitori, dall'ottobre 1949 ha vissuto a Cremona anche il di lei nonno Fabio Contucci Quintani, rimasto vedovo sei anni prima.
Elena ottenne la laurea in Lettere Moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il primo libro pubblicato, cui prese parte in veste di traduttrice dal francese, fu La leggenda francescana, a cura di Alessandro Masseron (Società editrice Vita e Pensiero, Milano, 1958, figura a lato), dal titolo originale La legende franciscaine (Librairie Arthème Fayard, Parigi, 1954). Caccialanza ha donato una copia del libro alla Biblioteca Statale e Libreria Civica di Cremona.
Rimase per il resto della sua vita a Cremona, dedicandosi all’insegnamento (lavoro che amò sempre), prima nella scuola media inferiore privata “Beata Vergine”, poi presso l’Istituto Tecnico Statale per geometri “P. Vacchelli” (fu apprezzata docente di Italiano e Storia).

Trascorse una vita di impegno culturale e sociale.
Nell’aprile 2001, quando faceva parte della Commissione giudicatrice della borsa di studio intitolata ad Alfredo Galletti, fu promotrice dell’apertura di uno sportello a titolo di “buona usanza” al fine di integrare il contributo economico offerto annualmente da Paola Dalai
Elena fu membro di vari sodalizi cittadini e ricoprì incarichi di responsabilità: ADAFA, FAI (delegata alla segreteria e addetta ai rapporti con la stampa), Italia Nostra (consigliere), Lyceum Club Internazionale, Soroptimist International d’Italia; è stata anche chiamata a far parte della Commissione Toponomastica del Comune di Cremona.
A lei e alla collega Rosanna Ghisi si deve, nel 1974, la fondazione del Gruppo fotografico scolastico presso gli Istituti per ragionieri “E. Beltrami” e per geometri “P. Vacchelli”, la cui attività Elena seguì e coordinò con straordinaria assiduità e lungimiranza fino al novembre 2007, quando la malattia si fece più manifesta impedendole gli spostamenti e le banali attività manuali.


A. Masseron, La leggenda francescana,
editrice Vita e Pensiero, Milano, 1958.
Traduzione dal francese (La legende franciscaine)
a cura di Elena Contucci Quintani

Copia del libro è stata donata da Caccialanza
alla Biblioteca Statle di Cremona


6 gennaio 2010
Donazione da parte di Elena Contucci Quintani
della tela La venerazione dei Magi
alla parrocchia di Cristo Re a Cremona
Il suo lavoro più importante fu dedicato alla biografia del mecenate della liuteria, che culminò con la pubblicazione del libro Walter Stauffer, uno svizzero cremonese e la sua Fondazione, presentato nel 2002 presso l’Ambasciata Svizzera di Milano e a Cremona nel ridotto del Teatro “A. Ponchielli”; ma Elena scrisse tanti altri libri e articoli, oltre a presentare mostre particolarmente apprezzate in città, spesso corredate dai relativi cataloghi.
Il 6 gennaio 2010 Elena Contucci ha donato alla parrocchia di Cristo Re di Cremona la tela La venerazione dei Magi. L'opera è visibile nella chiesa, entrando a destra.

Il 17 febbraio 2017, presso “Cremona Solidale”, si è svolta la cerimonia di donazione in memoria di Elena Contucci Quintani, da parte di Roberto Caccialanza, di oltre 100 pannelli fotografici in bianco e nero (cm. 40x60) facenti parte della mostra Cremona e le sue torri, esposta fra il 6 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009 nelle sale del Museo Civico “Ala Ponzone” (oggi occupate dal Museo di Storia Naturale). La rassegna fu accompagnata dal relativo catalogo corredato dai testi di Mariella Morandi, Massimo Terzi e Luciano Roncai; fra le dediche a inizio volume spiccava quella a Elena Contucci Quintani, che contribuì in vario modo alla realizzazione dell’intero progetto.
Articolo pubblicato il 3 febbraio 2017 sul quotidiano "La Provincia" di Cremona.
La fotografia si riferisce alla conferenza stampa di presentazione della medaglia che il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha assegnato al GBV nel 2004
Bibliografia
A. Hamman (a cura di), Leggenda francescana, trad. dal francese di Elena Contucci Quintani, Milano, ed. Vita e Pensiero, 1957.
Alessandro Masseron (a cura di), La leggenda francescana, Milano, Vita e Pensiero, 1958.
Hamman (a cura di), Le gesta dei Martiri, trad. dal francese di Elena Contucci Quintani, Milano, ed. Vita e Pensiero, 1959.
Scaloni dei palazzi cremonesi dal XVI al XX secolo, ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli”, testi di Elena Contucci Quintani e Rosanna Ghisi, Cremona, ed. PACE, 1981.
Le Madonnine di Cremona, Cremona, Rassegna della Camera di Commercio, 1983.
Elena Contucci Quintani, Rosanna Ghisi, Le santelle cremonesi, saggi storico-artistici pubblicati in “La Vita Cattolica”, 1983-1984.
Elena Contucci Quintani, Rosanna Ghisi, Il laboratorio del cotto, in: “Cremona Produce”, n. 1 (gennaio-marzo 1985), p. 143-144.
Una bella via di Cremona: corso XX Settembre (già contrada San Gallo), ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli” coordinata da Elena Contucci Quintani e Rosanna Ghisi, Cremona, Amministrazione Provinciale di Cremona, 1986. Contucci Quintani, Un intervento resturativo del Laboratorio del Cotto. Il chiostro meridionale di S. Maria della Pietà, in: “Cremona Produce”, n. 1 (aprile-giugno 1986), supp., p. 126-140.
Contucci Quintani, Rosanna Ghisi, Storia per immagini sulla Cascina Cambonino, in: “Cremona Produce”, n. 3 (luglio-settembre 1986), p. 191-195.
L’Episcopio di Cremona attraverso il tempo, ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli” coordinata da Elena Contucci Quintani e Rosanna Ghisi, Cremona, Amministrazione Provinciale di Cremona, 1987.
Via Palestro, contrada Diritta, ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli” coordinata da Elena Contucci Quintani e Rosanna Ghisi, Cremona, Amministrazione Provinciale di Cremona, 1988.
Piazza Giovanni XXIII già dell’Ospedale, ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli”, testi di Elena Contucci Quintani e Rosanna Ghisi, Cremona, Comune di Cremona, 1991.
Ritrovarsi in Gonzaga (via XI Febbraio)… e riconoscersi ancora (1982-1992), ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli” coordinata da Elena Contucci Quintani, Cremona, Amministrazione Provinciale di Cremona, 1993.
Il Cambonino e la memoria storica della vita contadina nel cremonese, ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli” coordinata da Elena Contucci Quintani, Rosanna Ghisi e Massimo Terzi (catalogo della mostra fotografica organizzata presso la Biblioteca Statale e Libreria Civica nel 1983), Cremona, Amministrazione Provinciale di Cremona, 1994.
Amministrazione Provinciale di Cremona, Aspetti delle vie cremonesi Geremia Bonomelli e Ferrante Aporti, ricerca del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli” coordinata da Elena Contucci Quintani, Cremona, IGE Pizzorni, 1994, 1995.
Elena Contucci Quintani, Il Fondo Ambiente Italiano (FAI) al secondo anno, in: “Strenna dell’ADAFA” per l’anno 1998.
Ritorno a Crotta d’Adda, mostra di opere del Gruppo Fotografico “Beltrami-Vacchelli” (risalenti al 1975) coordinata da Elena Contucci con la collaborazione di Roberto Caccialanza, Crotta d’Adda, 2000.
Elena Contucci Quintani, L’ingegner Contuccio Contucci Quintani, senatore dell’Ordine, tecnico di professione, umanista di elezione, in: “Strenna dell’ADAFA” per l’anno 2001.
Elena Contucci Quintani (ricerche e testi), Roberto Caccialanza (collaboratore), Walter Stauffer: uno svizzero cremonese e la sua Fondazione, Cremona, Centro di Musicologia “Walter Stauffer”, 2002.
Gianfranco Taglietti, Elena Contucci Quintani, in: ADAFA, Amici dell’Arte-Famiglia Artistica, in: “Dizionario biografico illustrato dei soci artisti e dei soci cultori delle lettere e degli studi”, Cremona, ADAFA, 2004.
UN RICORDO PERSONALE DI ELENA CONTUCCI QUINTANI
A cura di Roberto Caccialanza.
Pubblicato su questo sito nel febbraio 2012.

Si sono chiusi per sempre gli occhi azzurri, vispi e dolci di Elena Contucci.
Anche se il suo ultimo ‘amministratore’ mi ha definito “NESSUNO”, mi permetto di scrivere il ricordo di una fedele e cara Amica, di una persona unica e straordinaria, con la quale in vent’anni ho condiviso tanti momenti che ricorderò sempre con grande affetto.
La mattina del 6 febbraio 2012, la più fredda dell'inverno, ero andato a trovarla alla casa di riposo 'Soldi', contravvenendo per l’ennesima volta agli ordini impartiti dal suo ‘amministratore’ al personale dell'istituto affinché nessuno andasse a farle visita. Ormai era stato ridotto al minimo il numero di persone che riuscivano a sgattaiolare fino alla sua stanza: la 'badante' Fiori, l'amica di sempre Anna Bonetti Filippicci e il sottoscritto, con qualche rarissima eccezione di un paio di amiche a lei particolarmente affezionate.
Entrando nella stanza ho subito notato che il letto era vuoto: ingenuamente ho pensato che l’avessero trasferita altrove o fosse stata spostata temporaneamente per esami medici. Mi sono rivolto a un’inserviente che, con un inspiegabile sorriso stampato sulle labbra, ha riferito che Elena era spirata alle cinque di mattina e che potevo “raggiungerla alla camera mortuaria”. Il primo pensiero, mi spiace dirlo ma è così, è stato: "finalmente nessuno può più farle del male"...
Elena era ormai diventata doppiamente prigioniera: del suo corpo, che la malattia aveva reso in breve tempo rigido e contratto fino a impedirle anche di parlare, e della sua stanza, senza tivù, senza una compagnia (nonostante un secondo letto liberato un paio di giorni dopo il suo arrivo), senza poter avere visite (ex colleghi, amiche d’infanzia, conoscenti, ecc.), potendo guardare dalla mattina alla sera unicamente quell’asettico soffitto color avorio oppure una tapparella che non riusciva mai a stare sollevata e che nessuno ha mai riparato. La sua rabbia interiore, l'impotenza, l’avevano portata a isolarsi, spesso e volentieri tenendo gli occhi chiusi: una barriera difficilmente penetrabile. Chiedeva ripetutamente l’aiuto che tuttavia noi cosiddetti ‘nessuno’ non potevamo darle per motivi legali, anche per evitare -come peraltro accaduto puntualmente- l'accusa che lo facevamo per interessi personali (vergognoso solo il fatto che si pensasse una cosa simile!!!).
Elena non dormiva, come si poteva credere di primo acchito; gli occhi si muovevano sotto le palpebre, dimostrando che comunque era vigile e ascoltava… Elena non era affatto rimbambita o interdetta, come qualcuno diceva e voleva far credere, al contrario intendeva perfettamente ciò che le si diceva, e non sono state poche le volte in cui ha espresso la propria solitudine e impotenza con lacrime che mettevano il magone. Noi 'nessuno' non potevamo fare nulla per aiutarla, questa era la pena maggiore.
La sua straordinaria vitalità e la grande forza d’animo erano ormai svanite dopo le vicissitudini degli ultimi anni (…). Da ultimo, il sabato precedente, Elena aveva ricevuto il saluto della sua fidata Fiori, la persona che si era presa cura di Lei per anni, in quanto messa in condizione di fare ritorno in Romania. Fiori, per non far agitare una persona già estremamente debole, le aveva detto che sarebbe tornata presto; Elena, come è ovvio, ha percepito da subito che le cose non stavano affatto così e che il suo isolamento ormai era giunto pressoché a compimento… È stato il colpo di grazia.

Finalmente è LIBERA da ogni costrizione fisica e morale e, se esiste un Paradiso, senz’altro è là, pronta a incoraggiare e a proteggere chi le ha voluto bene fino all'ultimo, chi ha contraccambiato il suo rispetto e chi per Lei ne ha sempre avuto.
SINCERA, MODESTA, colta, GENTILE, entusiasta, schiva, altruista, semplice, incredibilmente SPONTANEA, adorabile, riservata, ONESTA, affidabile, CORRETTA, solare, trasparente, indifesa, spensierata, saggia, pura… una vera Signora… D’altronde coloro che hanno avuto l’onore di conoscerla sanno bene chi era quello scricciolo tutto pepe di Elena Contucci. Dirle addio è stata una cosa davvero difficile. Come dimenticare il profumo che ogni sua cosa sprigionava? Chi ha un libro donato da Elena potrà aprirlo per odorare la sua caratteristica fragranza. Era come una firma, un tocco personale che si aggiungeva all’immancabile dedica autografa.

Elena Contucci è stata al centro della vita culturale di Cremona per decenni, apprezzata e stimata da tutti, indistintamente. Diede vita, fra l’altro, insieme ad altri -cito la professoressa Rosanna Ghisi-, al Gruppo fotografico scolastico Beltrami-Vacchelli, col quale dal 7 novembre 2007 non ha più voluto avere alcun rapporto. Né tantomeno i rappresentanti ‘storici’ del GFC si sono più fatti vivi con lei (eccetto che per Marcella Fenti), nemmeno con una telefonata per dimostrare un minimo di interesse sulle sue condizioni di salute: risulta perciò alquanto curioso se non addirittura ridicolo il fatto che proprio questi vogliano ora farsi passare per quelli che l’hanno seguita e accudita fino all’ultimo… e che ora sarebbero i depositari della sua memoria. Vergognoso, poi, il fatto di dedicare un'aula dell'Istituto 'P. Vacchelli' che con Elena non aveva quasi nulla a che fare. Perché non fare una doppia dedica del laboratorio fotografico (Contucci-Ghisi)?


20 aprile 1996
Elena Contucci Quintani
durante le riprese per realizzare la mostra
fotografica del GBV dedicata al paese di Vescovato


22 aprile 1996
Elena Contucci Quintani
durante le riprese per realizzare la mostra
fotografica del GBV dedicata al paese di Vescovato


14 maggio 2005
Palazzo del Comune di Cremona.
Il delegato provinciale della FIAF, Lauro Guindani,
consegna la Menzione d'Onore FIAF al GBV,
rappresentato nell'occasione da
Elena Contucci Quintani e Roberto Caccialanza.
L'Assessore alla Cultura prof. Gianfranco Berneri
fa gli onori di casa.
Era stata, quella del mio ingresso nel GBV, la fortunata occasione per conoscerla… Ammise solo qualche anno fa di non avermi per nulla considerato fino a quando, nel 1998, cominciai a coinvolgerla nella mostra fotografica personale su Scandolara Ripa d’Oglio, poi nella redazione del volume Il Sogno – Da Caronte a San Facio (1999), un tributo ai 25 anni di attività del Gruppo che era il suo orgoglio, la sua vita. Furono quelli i primi passi di un’Amicizia che difficilmente può nascere e mantenersi in questo strano mondo, soprattutto fra persone di così diversa età.
Seguirono la realizzazione del catalogo e della mostra Atmosfere di botteghe liutaie cremonesi (2001), la redazione di numerosi articoli che trasponevo dalla vivace e precisa mente di Elena alla virtualità del computer. Il lavoro comune più grosso fu quello su Walter Stauffer, l’opera prima di Elena della quale andava particolarmente fiera: lavorammo fianco a fianco per svariati mesi, andammo ben due volte a Berna e nell'Emmental: alla fine arrivammo molto stanchi (anzi stremati!) ma soddisfatti. L’invito a prendere parte al documentario della Televisione Svizzera Italiana, girato fra Cremona, Berna e l’Emmental -Cremona-Kanton Bern, appunto- fu il coronamento di quel grande impegno.
Nel 2001-2002 potei contare sul suo prezioso aiuto per stendere i testi del catalogo fotografico Valerio Ferrari, l'öoltim mignàan, mentre si era già partiti con la definizione del progetto relativo a Santa Maria Maddalena, chiesa in Cremona (2003). L’anno successivo, in primavera, fu la volta della mostra e del catalogo dedicati ai Giardini segreti a Cremona, poi in autunno venne il Congresso Regionale della FIAF: il 2004 rappresentò lo zenit per le attività del GBV, cui -purtroppo- seguì un inesorabile declino. Le ultime due realizzazioni degne di nota del Beltrami-Vacchelli che Elena ha seguito sono state L’acqua e la città e Crotta/75 (quest'ultima iniziativa riproponeva le fotografie della prima ricerca del Gruppo, risalente appunto al 1975).
Elena era molto dinamica e chiedeva pressoché quotidianamente di battere a computer sue lettere, articoli, relazioni… Per contro, quando avevo bisogno, chiedevo a Lei di correggere i miei modestissimi testi: questo assiduo scambio mi ha permesso di imparare una enormità di cose, di conoscere tante persone, di entrare in un mondo nel quale probabilmente -senza di Elena- non avrei mai avuto accesso e di fare cose che senza i suoi insegnamenti non avrei mai fatto. Nonostante la mia impreparazione, gli errori, le numerose ripetizioni, non mi ha mai fatto sentire minimamente a disagio, anzi mi ha spronato e valorizzato. La gratitudine nei suoi confronti non ha misura e il fatto di esserle stato vicino, insieme ad altri, fino all’ultimo, non colma che in minima parte il debito di riconoscenza.


13 ottobre 2002
Ridotto del teatro Comunale 'Amilcare Ponchielli'.
Presentazione del libro
Walter Stauffer, uno svizzero cremonese
e la sua Fondazione,
a cura di Elena Contucci Quintani
(Roberto Caccialanza, Paolo Bodini,
Paolo Salvelli, Elena Contucci)
In conclusione desidero raccontare un piccolo aneddoto del primo viaggio a Berna (quando andammo a raccogliere informazioni e immagini per il libro Walter Stauffer, uno svizzero cremonese e la sua Fondazione) che, mi auguro, strapperà un sorriso ricordando la naturale spontaneità di Elena.
Elena, Franco Gaboardi (in veste di amico-interprete) ed io venimmo accolti in corridoio bianco e anonimo da una signora alta ed esile, mora, assai poco espansiva ma dal piglio molto professionale e altrettanto distaccato e sbrigativo: era il direttore dell’Ufficio di Stato Civile di Berna (Zivilstandsamt und Bürgerrechtsdiest des Kantons Bern), dove confidavamo di trovare utili informazioni e conferme circa gli antenati di Walter Stauffer. La donna ci invitò ad entrare in una stanza stretta e lunga alla cui estremità si trovava un’ampia vetrata con panorama mozzafiato sul centro storico della città. L’ufficio era molto luminoso nonostante il cielo plumbeo e qualche sporadica goccia di pioggia mista a neve; la moquette nera faceva pendant con il rivestimento delle poltrone da scrivania girevoli. Elena, scarpette primaverili, cappotto bordeaux anni Settanta e borsetta altrettanto vintage, precedette tutti a sorpresa scivolando con rapidi passi verso la prima sedia disponibile: era davvero esausta dopo un lungo cammino nelle vie di Berna. Si sedette tirando un grosso sospiro di soddisfazione (finalmente poteva riposare!). Sollevò i piedi da terra e prese a rollare sulla poltrona da destra a sinistra e viceversa, sul viso una straordinaria espressione di sollievo (ogni stato d’animo era facilmente apprezzabile attraverso quegli occhi che parlavano!...). La dirigente le si avvicinò, imbarazzata quanto i due accompagnatori, e con la mano indicò le poltrone riservate agli ospiti. Elena si accorse della gaffe, si rialzò scattando come una molla e, scusandosi -in tedesco-, guadagnò il suo posto. Una simpatica risata di tutti i presenti stemperò l’apparente rigidità della donna-direttore, così che l’incontro (e la ricerca) poté avere un lieto esito.
Il libro Walter Stauffer, uno svizzero cremonese e la sua Fondazione venne presentato il 13 ottobre 2002 nel Ridotto del teatro Comunale 'Amilcare Ponchielli di Cremona' e qualche mese più tardi, nel febbraio 2003, tornammo a Berna e nell'Emmental per registrare il documentario della RTSI - Radio Televisione Svizzera Italiana dedicato a Walter Stauffer, altra esperienza che non dimenticherò mai per l'atmosfera, i luoghi e i ricordi che mi ha lasciato, inclusa quella escursione in auto sulle colline dell'Emmental, senza meta, quasi senza utilizzare lo stradario se non per tornare all'albergo, che ci portò a vedere - fra l'altro - la meravigliosa parete nord dell'Eiger innevato...

Ciao Elena e grazie di tutto!
NESSUNO
Sito autoprodotto da Roberto Caccialanza
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La ricerca storica,
che divertimento !!!
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